Sacerdote, teologo, Maestro spirituale
La vita e la predicazione di padre Vincenzo Maria Romano
attraverso i suoi scritti, i suoi insegnamenti e la sua voce
attraverso i suoi scritti, i suoi insegnamenti e la sua voce
Le omelieSette anni di predicazione domenicale.
Il Vangelo per tutto l'anno |
I grandi temi della fedeIl teologo che parla a tutti,
credenti e atei, studiosi e fedeli |
La guida pastoraleEnzo, Maestro spirituale,
nei ricordi dei suoi amici |
Vincenzo Maria Romano è nato ad Aversa il 27 Giugno 1933.
La figura
Vincenzo Maria Romano (27 giugno 1933 – 12 gennaio 2017), sacerdote della Diocesi di Aversa, è stato un biblista di grande spessore, acuto e fecondo, un predicatore efficace della Parola di Dio, un maestro di spiritualità e un formatore appassionato di uomini e di credenti. Formatosi negli anni del Concilio Vaticano II, ha accompagnato la sua attività con uno studio attento e costante delle Scritture impegnandosi in una lettura filologica rigorosa dei testi in un continuo confronto con la traduzione greca dei ‘Settanta e con il lessico biblico neotestamentario.
La formazione e la svolta
Laureato in Giurisprudenza, studioso e Assistente ordinario di diritto amministrativo nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Vincenzo Romano, seguendo la sua vocazione intraprese una strada che lo portava in tutt’altra direzione rispetto alle sue scelte iniziali. Nel mezzo di una esistenza, che si presentava già realizzata e si preannunciava ancor più ricca di successi e di soddisfazioni sul piano della professione forense e su quello dell’insegnamento universitario di Diritto amministrativo, diede una svolta radicale alla sua vita, rinunciando a tutto per dare inizio a una nuova esistenza. Fu allora che, all’età di 33 anni, decise di rinunciare a tutte le legittime aspettative e alle previsioni più lusinghiere sul suo futuro per seguire la sua vocazione al presbiterato. Studiò teologia nella Pontificia Facoltà Teologica di Napoli, dove conseguì la licenza in Teologia (1970) e successivamente la laurea in Teologia Dommatica (1972). Nel 1970 fu ordinato sacerdote. Durante gli studi teologici ebbe modo di approfondire lo studio delle Scritture, uno studiò che non abbandonò mai.
Decise, così, di lasciare tutto per seguire la sua vocazione al presbiterato. Formarsi una famiglia propria, esercitare la professione forense, impegnarsi nell’attività universitaria erano obiettivi alla sua portata, alcuni dei quali erano già in essere e avrebbero potuto avere degli sviluppi ancora più lusinghieri. Contro le aspettative di familiari e amici fece, tuttavia, una scelta diversa, all’incontrario, per molti incomprensibile. Lasciò tutto per seguire un’altra strada, assai più ardua e impegnativa, forse più di quanto egli avesse potuto immaginare. Lasciò tutto dietro di sé senza rimpianti e andò fermo e deciso incontro al suo futuro. Come Abramo uscì dalla sua casa senza sapere dove andava confidando solo nella promessa di Dio, sicuro che non sarebbe rimasto mai deluso.
Divenne uditore e servitore della parola e non si tirò indietro all’invito rivoltogli da Gesù, lo stesso invito rivolto al giovane ricco “Vieni e seguimi” (Mt 19,20). La sua risposta è stata “eccomi” come quella del profeta Samuele (1Sam, 3). Era consapevole che la sua scelta di seguire il Maestro che lo chiamava avrebbe sconvolto la sua vita e quella dei suoi cari, fino a trapassarla da una parte all’altra e dilaniarla. Ma non ritornò sui suoi passi. Fu fedele e coerente fino alla fine, nonostante tutto.
Gli scritti e la predicazione
Per decenni ha esplorato nuove vie di comprensione di testi biblici con innovative metodologie ricollegabili alla cabala e alla patristica, affrontando sul versante teologico tematiche antropologiche di grande attualità. La sua solitaria e coraggiosa ricerca teologica é sempre stata orientata a evidenziare la figura del Cristo nella Sacra Scrittura. Ció gli ha permesso di concettualizzare e condividere le sue intuizioni con quanti, bisognosi di risposte nel cammino di crescita spirituale, a lui si rivolgevano, partecipando alle catechesi tenute presso la sua stessa abitazione.
Lavorando di continuo sui testi della Scrittura, già dai volumi iniziali pubblicati nel 1981 Sia la luce. Dal libro della Genesi una visione ottimistica sulla vita e Una comunione per l’uomo solo. Consigli evangelici e comunione ecclesiale (Edizioni Dehoniane, Napoli), fino ai lavori successivi: Luca Vangelo dell’infanzia, Parabole lucane, Meditazioni sui sacramenti, Il fumo di satana, Antifone al silenzio, Sillabario biblico, Quaderni, Vincenzo Romano ha lasciato un notevole corpus di scritti, che si costituiscono come una teologia della comunione con Dio, pensata per gli uomini di questo tempo, consacrati e laici, credenti ed atei, purché in cerca di un senso superiore della vita e della morente esistenza quotidiana.
Nello studio dei testi sacri conseguì risultati notevoli sul piano della ricostruzione testuale e su quello della comprensione, risultati che volle mettere a disposizione di quanti si affidavano a lui per conoscere e approfondire il senso dell’identità cristiana. La maggior parte dei suoi studi al riguardo è rimasta finora inedita, avendo egli fin dall’inizio della sua attività privilegiato la comunicazione orale rispetto a quella scritta.
Senza mai scoraggiarsi e senza cedere alla stanchezza e alla debolezza di carattere, ha spezzato per molti anni nel servizio della Parola i risultati della sua esegesi della Scrittura, una meditazione sull’uomo, che si apre al Dio che viene. Nel lungo e profondo lavoro di scavo operato sui testi Sacri è stato come quel «padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13, 52) e le mette a disposizione di quanti ne abbiano bisogno.
Da credente si è posto in ascolto umile, a volte anche disarmante, della Parola di Dio, per accoglierla dentro di sé, e dispensarla a larghe mani a quanti la cercavano senza trovarla e a quanti la cercavano senza saperlo. Dare la Parola agli uomini fu il compito che si ritagliò nella comunità, cui non venne mai meno.
Nel corso degli anni era maturata in lui l’acuta e sofferta consapevolezza che la Parola di Dio, perché potesse agire efficacemente nel credente, dovesse essere restituita alle sue potenzialità originarie, alla sua Vita più profonda, libera da una malintesa teologia che finiva spesso per occultarla e segregarla. Restituire alla Parola di Dio la sua luce originaria è stato lo sforzo di una vita spesa per il Regno. Fu uno sforzo non vano, se molti dei suoi ascoltatori, anche occasionali, si ritrovarono coinvolti nell’attesa del Risorto.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt, 10, 8) é stato sempre il motto che lo ha caratterizzato nel suo percorso umano e spirituale, condiviso con chiunque si relazionasse a lui.
L’impegno nella carità
Come credente impegnato nell’ascolto della Parola, Padre Vincenzo Maria Romano non si limitò a predicare soltanto. Volle realizzare la Parola nella pratica quotidiana con gesti concreti a favore delle persone più svantaggiate. Egli aveva un sogno, quello di sostenere tramite gesti concreti la crescita e lo sviluppo di bambini e adolescenti dei Paesi a diffusa povertà. Lo ha fatto per tutta la vita, in prima persona, collaborando con dei missionari di sua conoscenza in Africa e Sud America e, successivamente, promuovendo in proprio progetti umanitari rivolti all’infanzia abbandonata.
Per dare continuità alla sua attività a favore degli altri, anche dopo la fine della sua vita, nel 2014, Padre Vincenzo ha voluto fondare la Onlus “Alfonso e Meri Romano”, in memoria dei suoi genitori, destinando ad essa tutti i suoi averi. L’associazione no-profit, da lui fondata, ha per scopo il sostegno delle missioni umanitarie rivolte all’infanzia abbandonata, nel Sud del mondo e non solo; è impegnata per statuto a sostenere sempre e solo progetti di cui si ha diretta conoscenza.
Padre Romano si é spento nella sua casa all'etá di 84 anni, il 12 gennaio 2017, compianto da tutti quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo ed apprezzarne le doti umane, intellettuali e spirituali; il suo sogno di credente cammina sulle gambe della Onlus che oggi continua a supportare progetti e missioni legate alla Chiesa Cattolica, volti a sostenere bambini e adolescenti che vivono in stato di disagio economico, sociale e familiare in Africa, Asia, Centro e Sud America. L'Associazione è impegnata oggi a garantire istruzione, cure sanitarie e accoglienza, i bisogni essenziali di ogni individuo.
La ricchezza della sua personalità
Il 12 gennaio 2018, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa, i familiari e gli amici più stretti hanno voluto dedicare a lui ricordi e pensieri di perenne gratitudine e affetto, evocandone le sue poliedriche doti spirituali (quale sacerdote, teologo, Maestro spirituale), intellettuali (giurista, appassionato di scienza e medicina, scrittore eclettico) e semplicemente umane (vero amico di tutti).
La figura
Vincenzo Maria Romano (27 giugno 1933 – 12 gennaio 2017), sacerdote della Diocesi di Aversa, è stato un biblista di grande spessore, acuto e fecondo, un predicatore efficace della Parola di Dio, un maestro di spiritualità e un formatore appassionato di uomini e di credenti. Formatosi negli anni del Concilio Vaticano II, ha accompagnato la sua attività con uno studio attento e costante delle Scritture impegnandosi in una lettura filologica rigorosa dei testi in un continuo confronto con la traduzione greca dei ‘Settanta e con il lessico biblico neotestamentario.
La formazione e la svolta
Laureato in Giurisprudenza, studioso e Assistente ordinario di diritto amministrativo nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Vincenzo Romano, seguendo la sua vocazione intraprese una strada che lo portava in tutt’altra direzione rispetto alle sue scelte iniziali. Nel mezzo di una esistenza, che si presentava già realizzata e si preannunciava ancor più ricca di successi e di soddisfazioni sul piano della professione forense e su quello dell’insegnamento universitario di Diritto amministrativo, diede una svolta radicale alla sua vita, rinunciando a tutto per dare inizio a una nuova esistenza. Fu allora che, all’età di 33 anni, decise di rinunciare a tutte le legittime aspettative e alle previsioni più lusinghiere sul suo futuro per seguire la sua vocazione al presbiterato. Studiò teologia nella Pontificia Facoltà Teologica di Napoli, dove conseguì la licenza in Teologia (1970) e successivamente la laurea in Teologia Dommatica (1972). Nel 1970 fu ordinato sacerdote. Durante gli studi teologici ebbe modo di approfondire lo studio delle Scritture, uno studiò che non abbandonò mai.
Decise, così, di lasciare tutto per seguire la sua vocazione al presbiterato. Formarsi una famiglia propria, esercitare la professione forense, impegnarsi nell’attività universitaria erano obiettivi alla sua portata, alcuni dei quali erano già in essere e avrebbero potuto avere degli sviluppi ancora più lusinghieri. Contro le aspettative di familiari e amici fece, tuttavia, una scelta diversa, all’incontrario, per molti incomprensibile. Lasciò tutto per seguire un’altra strada, assai più ardua e impegnativa, forse più di quanto egli avesse potuto immaginare. Lasciò tutto dietro di sé senza rimpianti e andò fermo e deciso incontro al suo futuro. Come Abramo uscì dalla sua casa senza sapere dove andava confidando solo nella promessa di Dio, sicuro che non sarebbe rimasto mai deluso.
Divenne uditore e servitore della parola e non si tirò indietro all’invito rivoltogli da Gesù, lo stesso invito rivolto al giovane ricco “Vieni e seguimi” (Mt 19,20). La sua risposta è stata “eccomi” come quella del profeta Samuele (1Sam, 3). Era consapevole che la sua scelta di seguire il Maestro che lo chiamava avrebbe sconvolto la sua vita e quella dei suoi cari, fino a trapassarla da una parte all’altra e dilaniarla. Ma non ritornò sui suoi passi. Fu fedele e coerente fino alla fine, nonostante tutto.
Gli scritti e la predicazione
Per decenni ha esplorato nuove vie di comprensione di testi biblici con innovative metodologie ricollegabili alla cabala e alla patristica, affrontando sul versante teologico tematiche antropologiche di grande attualità. La sua solitaria e coraggiosa ricerca teologica é sempre stata orientata a evidenziare la figura del Cristo nella Sacra Scrittura. Ció gli ha permesso di concettualizzare e condividere le sue intuizioni con quanti, bisognosi di risposte nel cammino di crescita spirituale, a lui si rivolgevano, partecipando alle catechesi tenute presso la sua stessa abitazione.
Lavorando di continuo sui testi della Scrittura, già dai volumi iniziali pubblicati nel 1981 Sia la luce. Dal libro della Genesi una visione ottimistica sulla vita e Una comunione per l’uomo solo. Consigli evangelici e comunione ecclesiale (Edizioni Dehoniane, Napoli), fino ai lavori successivi: Luca Vangelo dell’infanzia, Parabole lucane, Meditazioni sui sacramenti, Il fumo di satana, Antifone al silenzio, Sillabario biblico, Quaderni, Vincenzo Romano ha lasciato un notevole corpus di scritti, che si costituiscono come una teologia della comunione con Dio, pensata per gli uomini di questo tempo, consacrati e laici, credenti ed atei, purché in cerca di un senso superiore della vita e della morente esistenza quotidiana.
Nello studio dei testi sacri conseguì risultati notevoli sul piano della ricostruzione testuale e su quello della comprensione, risultati che volle mettere a disposizione di quanti si affidavano a lui per conoscere e approfondire il senso dell’identità cristiana. La maggior parte dei suoi studi al riguardo è rimasta finora inedita, avendo egli fin dall’inizio della sua attività privilegiato la comunicazione orale rispetto a quella scritta.
Senza mai scoraggiarsi e senza cedere alla stanchezza e alla debolezza di carattere, ha spezzato per molti anni nel servizio della Parola i risultati della sua esegesi della Scrittura, una meditazione sull’uomo, che si apre al Dio che viene. Nel lungo e profondo lavoro di scavo operato sui testi Sacri è stato come quel «padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13, 52) e le mette a disposizione di quanti ne abbiano bisogno.
Da credente si è posto in ascolto umile, a volte anche disarmante, della Parola di Dio, per accoglierla dentro di sé, e dispensarla a larghe mani a quanti la cercavano senza trovarla e a quanti la cercavano senza saperlo. Dare la Parola agli uomini fu il compito che si ritagliò nella comunità, cui non venne mai meno.
Nel corso degli anni era maturata in lui l’acuta e sofferta consapevolezza che la Parola di Dio, perché potesse agire efficacemente nel credente, dovesse essere restituita alle sue potenzialità originarie, alla sua Vita più profonda, libera da una malintesa teologia che finiva spesso per occultarla e segregarla. Restituire alla Parola di Dio la sua luce originaria è stato lo sforzo di una vita spesa per il Regno. Fu uno sforzo non vano, se molti dei suoi ascoltatori, anche occasionali, si ritrovarono coinvolti nell’attesa del Risorto.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt, 10, 8) é stato sempre il motto che lo ha caratterizzato nel suo percorso umano e spirituale, condiviso con chiunque si relazionasse a lui.
L’impegno nella carità
Come credente impegnato nell’ascolto della Parola, Padre Vincenzo Maria Romano non si limitò a predicare soltanto. Volle realizzare la Parola nella pratica quotidiana con gesti concreti a favore delle persone più svantaggiate. Egli aveva un sogno, quello di sostenere tramite gesti concreti la crescita e lo sviluppo di bambini e adolescenti dei Paesi a diffusa povertà. Lo ha fatto per tutta la vita, in prima persona, collaborando con dei missionari di sua conoscenza in Africa e Sud America e, successivamente, promuovendo in proprio progetti umanitari rivolti all’infanzia abbandonata.
Per dare continuità alla sua attività a favore degli altri, anche dopo la fine della sua vita, nel 2014, Padre Vincenzo ha voluto fondare la Onlus “Alfonso e Meri Romano”, in memoria dei suoi genitori, destinando ad essa tutti i suoi averi. L’associazione no-profit, da lui fondata, ha per scopo il sostegno delle missioni umanitarie rivolte all’infanzia abbandonata, nel Sud del mondo e non solo; è impegnata per statuto a sostenere sempre e solo progetti di cui si ha diretta conoscenza.
Padre Romano si é spento nella sua casa all'etá di 84 anni, il 12 gennaio 2017, compianto da tutti quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo ed apprezzarne le doti umane, intellettuali e spirituali; il suo sogno di credente cammina sulle gambe della Onlus che oggi continua a supportare progetti e missioni legate alla Chiesa Cattolica, volti a sostenere bambini e adolescenti che vivono in stato di disagio economico, sociale e familiare in Africa, Asia, Centro e Sud America. L'Associazione è impegnata oggi a garantire istruzione, cure sanitarie e accoglienza, i bisogni essenziali di ogni individuo.
La ricchezza della sua personalità
Il 12 gennaio 2018, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa, i familiari e gli amici più stretti hanno voluto dedicare a lui ricordi e pensieri di perenne gratitudine e affetto, evocandone le sue poliedriche doti spirituali (quale sacerdote, teologo, Maestro spirituale), intellettuali (giurista, appassionato di scienza e medicina, scrittore eclettico) e semplicemente umane (vero amico di tutti).
Le ragioni della fede:
una lettura originale e rigorosa dei Quattro Vangeli
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